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Fra il 1955 e il 1957 Tancredi esegue alcuni dei suoi capolavori come la grande tela conservata alla Peggy Guggenheim Museum di Venezia. Sono gli anni in cui l'artista nativo di Feltre vive e lavora sotto l'ala protettrice della grande collezionista americana che lo aiuta a organizzare mostre presso musei e gallerie private al di fuori dei confini nazionali. Nel 1958, in particolare, dopo aver donato alcuni dipinti a importanti istituzioni, Peggy Guggenheim si attiva per organizzare la prima esposizione personale di Tancredi in America, presso la Saidenberg Gallery a New York. Di questa mostra, che segna il debutto di Tancredi oltreoceano, si avevano finora solo poche e frammentarie informazioni. Per questo motivo, oltreché per l'intrinseca qualità delle opere, è di grande importanza il ritrovamento di ben sette dipinti che con ogni probabilità furono esposti in quella occasione. Proprio questo nucleo omogeneo costituisce l'asse portante di questa esposizione organizzata da Matteo Lampertico. La mostra, curata da Francesco Tedeschi, segue di poco la grande retrospettiva di Feltre e si concentra su un periodo circoscritto (1955-1957) che è considerato unanimemente il momento di maggior felicità creativa dell'artista. In queste opere Tancredi si libera delle influenze della coeva pittura francese o americana e mette a punto un linguaggio in cui l'energia del dripping si sposa con la freschezza e la luminosità del colore di ascendenza ancora impressionista.